la memoria è un ponte verso la libertà

Noi

Nella vita gli affetti sono diversi. Ci sono i genitori e nonni… ma poi tu cresci e vivi la tua vita. Ci sono i figli… ma giorno dopo giorno loro crescono e vivono la loro vita. Ci sono gli amici. Ma la solitudine è quando non puoi dire “noi” nel tuo quotidiano, in ogni pensiero, progetto, salita o discesa. E devi parlare al singolare. In quel noi sono stata solo con te. Diciotto anni della mia vita nei quali l’unica risposta a qualsivoglia passo nella vita è stato “Noi…”. 

Essere soli è quando sai che, per tutti i giorni che ti restano da vivere, quel noi non lo vivrai più.

Eri con me quando ho pensato a questo luogo nato come dialogo verso i nipoti. Eri con me in tutti i cambiamenti che ho apportato negli anni. Un giorno l’ho ripensato interamente da capo. Ho voluto fosse un progetto più ampio, della nostra generazione che parlava alle nuove generazioni. 

Io buttavo lì le mie idee, sempre troppe, sempre un po’ campate in aria. E tu, invece di frenarmi, ne entravi a far parte. Avevi amato fin dall’inizio questa mia “follia”, questa mia rincorsa, come a voler recuperare tutto il tempo perso. Avevi da tempo imparato a leggere nel mio sguardo… e mi dicevi: – Cos’altro stai inventando? – un po’ preoccupato ma in fondo felice e pronto a condividerlo insieme.

È sempre stato così fra noi: ci siamo amati per ciò che eravamo, senza mai tentare di modificarci l’un l’altro. Solo oggi vorrei modificarti, per farti tornare nella mia stessa dimensione di vita, per farti tornare in questo letto al mio fianco a stringermi fra le tue braccia. Te l’ho sempre detto che era l’unico luogo in cui mi sentivo a casa.

Oggi ho pensato che sarebbe stato bello fossi stato tu a scrivere “il diario di Nonno Fiore”, dove inserire anche tutta quella parte di vita prima di me. So che saresti stato contrario, da quando m’avevi conosciuta non volevi creare nulla senza che fosse condiviso con me… ma magari lo avremmo fatto insieme, io al computer e tu a raccontare. E, inevitabilmente, sarebbe diventato “il nostro diario”. E so che avresti fatto anche questo per me.

Ci proverò io a raccontarti, a raccontarci… ma finirò per raccontare la “nostra storia” più che la “tua storia”. E lo inserisco qui, nel “diario di Nonna Maria” perché tu sei parte di me. Guidami la mano, guidami il pensiero, guidami anche le lacrime che non si fermeranno mai.

23 agosto 2006 Portovenere

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