Sono… siamo tornati. Io e te, Fiore. Perché continuiamo a viaggiare insieme. Lo sento. Anche se fa un male bestia…
Qui sono rimasti i tuoi occhiali che attendevano il tuo ritorno. Me li avevi dati in ospedale e ti avevo detto che li avevo appoggiati sulla libreria ad attenderti. Gli occhiali sono rimasti ma tu non sei tornato.
Stasera ho un forte mal di testa… e ho preso un co-efferealgan. Me li hai lasciati tu.
Il letto è troppo grande. Uno di questi giorni ho letto che noi rimasti soli occupiamo l’altra parte del letto con computer, libri, telefono… ed è proprio così. Il letto è troppo vuoto.
Ti cerco fra le lenzuola e il cuscino… sarà pur rimasta qualche piccola cellula tua.
Nel tuo borsello ho trovato sei penne.
In studio si è bruciata la lampadina del lampadario e l’ho sostituita. Questa è a luce fredda e fa molta più luce. Avevi ragione tu a dire che con quella che avevo voluto io non si vedeva nulla. Io volevo la luce calda. Ma ora intanto è tutto così freddo. Avevi ragione tu… come quasi sempre. Anche se poi lasciavi scegliere a me. Sempre.
Il tuo telefono non vuole ricaricarsi… forse ha capito che non ti serve più.
C’è così tanto silenzio, qui. Un silenzio assordante. Un silenzio che brucia.
Stasera la pressione è un po’ alta. Si abbasserà.