la memoria è un ponte verso la libertà

…ed avrò cura di te

È un mese che sei partito. Io proseguo a non metabolizzare che questa volta non potrai tornare. Cerco di distrarmi in ogni modo, cerco nuovi sentieri per una vita da reinventare. La nostra vita si è interrotta da un mese. Non so se tu esisti in qualche dimensione. So che io sono rimasta trattenuta in questa dimensione bloccata.

Da un mese rivivo la nostra storia giorno dopo giorno, ricordo dopo ricordo, fotografia dopo fotografia. È volato via così in fretta questo “nostro tempo”, eppure abbiamo vissuto così tanto!

Vivere non sono ore, giorni, anni che ti passano sopra. Vivere è entrare dentro quei momenti, ore, giorni, anni. Esserne parte. Vivere è amare ed essere amati. Prendersi cura e avere accanto chi si prende cura di te.

Lo abbiamo scoperto insieme… lo sapevamo io e te e lo cercavamo da sempre. Senza mai incontrarlo. E poi quasi per caso – nulla accade per caso – lo abbiamo incontrato incontrandoci.

Il nostro incontro in quel luglio 2005 ha dato un senso ad ogni mio passo percorso fino a quel giorno. Fin da molto giovane ho sempre atteso quell’uomo che completasse il mio Tao; nella ricerca ho inciampato, camminato su crepe diventate voragini da cui venivo inghiottita. Fino a quando i nostri sentieri si sono incrociati, ci siamo re-incontrati ed ogni domanda ha avuto la sua risposta.

Non lo scopro oggi, l’ho scoperto giorno dopo giorno nei nostri 18 anni, quanto fosse profondo il nostro amore. Per nulla scontato incontrarlo nella propria esistenza. Per quanto sia lacerante il “dopo” so che i nostri sentieri, divisi dal muro invalicabile della morte, oggi proseguono paralleli. E ti sento, dall’altra parte, camminarmi accanto. Ogni passo ha/avrà il fine del ricongiungimento in un unico sentiero.

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