la memoria è un ponte verso la libertà

Ti ho raggiunto

Dopo quarantotto giorni (48 come il tuo anno) sei venuto a trovarmi nel sogno. O meglio, sono io che sono venuta a trovarti. Ti ho raggiunto, entrata nella tua dimensione… ma solo temporaneamente.

Tu mi hai chiesto come vivevo, come stavo, cosa succedeva. Dubitavi che io potessi sostituirti con qualcun altro. Capivi che avrebbe potuto succedere ma eri un po’ geloso. E ti sentivi solo.
Io ti ho rassicurato che saresti sempre stato insostituibile. Ti ho detto che trascorrevo giorno dopo giorno solo attendendo di raggiungerti e ti ho detto: – Se puoi, fai qualcosa per abbreviare questa attesa.

È sempre stato così… da quando ci siamo conosciuti. La tua gelosia l’hai sempre mostrata con una delicatezza unica, seppur con una grande passione. Non mi hai mai frenato in nulla, anzi mi hai sempre spronato e supportato in qualsiasi mia scelta. L’ho sempre capito dalla tua espressione un po’ imbronciata, da certi tuoi piccoli gesti. Ti abbracciavo e dicevo: – Lo sai che per me esiste solo il “noi”, vero?

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