la memoria è un ponte verso la libertà

Baby

Un giorno ti racconterò una favola. Un giorno ti racconterò una storia. Non ci saranno fate né principi azzurri; non ci sarà sempre un lieto fine. Forse non ci sarà neppure una fine per tutto. Siamo solo noi, a volte, a leggere una fine fra le righe. La favola si trasforma, cambiano i luoghi, il tempo, i personaggi, cambiano le aspettative e le paure, qualcuno si addormenta e si risveglia in un’altra forma di vita. È la nostra vita a trasformare la favola… e diventa storia, la nostra storia.
Ehi baby, non credere mai a chi ti racconterà di felicità raggiunta con la bacchetta magica. Il cavallo bianco sarà lì ad aspettarti, ma dovrai essere solo tu a cavalcarlo, domarlo, spronarlo. Insieme scoprirete la strada, fra rovi e spine; perderete la traiettoria a mille bivi: a volte tornerete indietro e quando il sentiero alle spalle non sarà più riconoscibile, allora traccerete nuove rotte. Solo tu potrai guidare il tuo cavallo, ma non perderlo mai di vista: lui si chiama Libero e, se tu lo amerai, lui ti sarà sempre fedele.
Baby, non credere mai a chi ti racconterà di lupi e orchi: vogliono solo spaventarti. Il lupo canta alla luna la sua solitudine, perché sa che da qualche parte lontano c’è una lupa che può ascoltarlo. Non credere mai all’amore a buon mercato: l’amore è una strada infinita e ripida… perché tende al cielo. Quando avrai paura, non mollare: allunga la tua mano alla luna e lei ti abbraccerà come una mamma.
Un giorno ti racconterò la storia di una bimba, che tu chiamerai nonna, che stringe ancora al petto una bambola di pezza in una foto color seppia. Ti racconterò di una donna di fronte ad un lago che tu conoscerai solo dai miei ricordi e poche fotografie, che si è addormentata col sorriso del tuo nome sulle labbra.
Ti racconterò di come le stanze cambiano luci e colori, degli uomini che se ne vanno chiudendo la porta alle loro spalle, degli uomini che si addormentano senza ascoltarti e ti lasciano sola a contar le stelle, ma poi vorrebbero che tu ti svegli nel loro letto all’odore del caffè.
Ti racconterò di come la musica accompagna il silenzio delle stanze vuote, di come la poesia mi abbia fatto compagnia.
Un giorno ti porterò ad un concerto di un uomo che sul palco sorride e piange. Ti porterò al mare: passeremo la notte a contar le luci e sognare cosa c’è oltre l’orizzonte.
Ehi baby, perdonami se dietro ogni mio sorriso vedrai sempre una lacrima, se ad ogni mia carezza sentirai le rughe della mia mano. Tu guarda in fondo ai miei occhi e vedrai sempre la voglia di sognare che c’è nei tuoi.

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