la memoria è un ponte verso la libertà

Mi hai restituito la fede

Il tuo ultimo dono è stato restituirmi la fede. Non sono stati mio padre e mia madre, fervidi credenti che mi hanno predicato tutta la vita. Non sono stati tanti preti che ho conosciuto: alcuni di loro persone di grande spessore umano. Sei tu ad avermi restituito la fede. Tu che hai sempre avuto dubbi pari ai miei, senza trovare alcuna risposta.
No, non credo ad una religione o un’altra. Non credo a paradisi e inferni. Non so se torneremo e in che forma, non so nemmeno se siamo già tornati da altre vite.
Oggi però so che proseguiamo a vivere anche dopo che il nostro corpo muore. Non so spiegare qualcosa che faccio fatica a capire perché non posso razionalizzare. Però ti sento. So che ci sei. So che mi senti. Ed è una fatica immensa cercare il linguaggio per comunicare con te. Mi accorgo d’essere io dietro un muro che non so scavalcare. Non è la preghiera che mi avvicina a te. Non è nemmeno il ricordo. Sento le tue risposte; percepisco il tuo tocco, il tuo abbraccio. Avverto la tua pelle sui miei polpastrelli. Sento il tuo pensiero e il tuo sangue circolare nel mio corpo. Sento quando sei triste e arrabbiato per non riuscire a comunicare con me. Sento quando mi confermi: abbiamo superato tutto insieme, possiamo superare anche questo inciampo.
Non è consolazione e nemmeno rassegnazione, ché invece non trovo. Non è pace che mai ci sarà. Tutt’altro.
È sentirti dentro il mio corpo e contemporaneamente al mio fianco. Notte e giorno, tu mi appari. No, non ti vedo né sento come un’allucinazione. Ti percepisco come percepisco il freddo e il caldo, la paura o la stanchezza, la rabbia o la tristezza, il sonno e l’nsonnia.
Quante volte mi hai detto: io comunque per te ci sarò sempre! E hai trovato il modo per farlo. Ci sei.

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