la memoria è un ponte verso la libertà

Guardia del corpo

Eccoti qui, mia Guardia del corpo, come ti piaceva definirti. Sei stato la mia sicurezza, tu così sicuro di te.

Non hai mai accettato la prepotenza… e non c’era verso di non farti intervenire. Negli ultimi anni spesso ti riprendevo: – Non sei più in divisa, chi ti incontra non sa che tu sei un gendarme, ci sono tanti pazzi in giro… finirai per farti fare del male.

Col tuo sguardo fotografavi ogni situazione, ogni persona e riconoscevi chi avevi di fronte. La tua autorevolezza fermava con poche parole, pochi gesti, anche i più prepotenti.

Ti chiedevo di promettermi che non saresti più intervenuto, che avresti lasciato correre… ma alla prima occasione che ti si presentava davanti… gendarmi lo si è per tutta la vita.

Quando devi intervenire non hai tempo di stare a farti troppe domande.

Così come quando da solo sventasti la rapina in una banca; quando accompagnavi il “tuo giudice” ai processi di mafia o ancora quando facevi la guardia ad alcuni esponenti delle brigate rosse.

Tu, mia Guardia del corpo… mi manchi.

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.