la memoria è un ponte verso la libertà

La prima fotografia

Ci scrivevamo da qualche mese. Un giorno mi hai detto che eri un gendarme.

Sì, certo, come no… – non ci ho creduto.

Allora mi hai inviato questa fotografia, scrivendo che era di molti anni prima. La prima fotografia che ho avuto di te… poi me l’avresti portata anche in cartaceo.

Nel tempo imparai a conoscere la tua storia lavorativa. Mi raccontasti di aver completato il Corso Sotto Ufficiali nell’Arma dei Carabinieri a Velletri e Firenze.
Ti iscrivesti poi all’Accademia Militare ma, poco prima di terminare, mollasti. Avevi intuito che il tuo lavoro sarebbe stato dentro un ufficio, mentre tu volevi restare fra la gente. Il Colonello cercò di convincerti a proseguire, la tua carriera avrebbe raggiunto livelli molto più alti.
Negli anni più volte riconoscesti che probabilmente era stato un errore non seguire il consiglio del tuo Colonello; ciò nonostante hai sempre ripetuto che il mestiere di gendarme non si svolge dietro una scrivania, bensì in mezzo alla gente, sulle strade.
Avevi esercitato in vari Comandi Stazione del Centro Italia, nonché dirigendo il Comando Nucleo Radiomobile.

Poco prima dei trent’anni arrivasti a Torino, presso la Caserma di via Cernaia per un breve periodo. Dicevi che avremmo potuto conoscerci allora, saresti rimasto a Torino e la vita di entrambi sarebbe stata molto differente.
Io ti rispondevo che all’epoca io non avevo ancora 15 anni; anche se le nostre strade si fossero incrociate, non sarebbe nato alcun interesse reciproco.
Chi può dirlo? Io, invece, penso che ci saremmo riconosciuti fin da allora – dicevi.

Successivamente, nel 1977 approdasti nella Repubblica di San Marino, per un incarico a tempo determinato, terminato il quale ti si presentò la possibilità di restare, entrando a far parte della Gendarmeria dello Stato di San Marino. Scegliesti quest’opzione in quanto lo stipendio era considerevolmente più alto.
Hai proseguito la tua carriera nel Corpo della Gendarmeria divenendo, nel 1981, Maresciallo Maggiore Aiutante.

Quando ti ho conosciuto prestavi servizio, in distacco amministrativo, presso il Tribunale Commissariale Civile e Penale della Repubblica di San Marino in qualità di Attuario.

Ricordo le nostre prime passeggiate per San Marino, ogni gendarme che incontravamo ti porgeva il saluto militare – a cui tu non davi alcuna importanza –, ma soprattutto mi ha sempre colpito come qualsiasi tuo ex-sottoposto che ho conosciuto riferiva che, da quando non c’eri più tu, la Gendarmeria era tutt’altra cosa. In ognuno ho sempre sentito una stima e rispetto profondo per il tuo operato, il tuo impegno, la tua competenza e la tua grande umanità.

Hai amato la tua divisa profondamente e, proprio per questo, non amavi burocrazia, formalità, ostentazione e abuso di potere, riverenze… Hai sempre sostenuto che un operatore delle Forze dell’Ordine è al servizio del cittadino e deve innanzitutto essere un esempio.

Vivere al tuo fianco mi ha anche restituito la fiducia nelle Forze dell’Ordine – dipende dalla persona e non dalla divisa che indossa. Quando mi hai inviato questa fotografia mi sono quasi spaventata, ti ho detto che per me sarebbe stato inconcepibile uscire con un Gendarme. Tu ridevi, prendendomi in giro: – Fuggi dalle Forze dell’Ordine come se avesti qualche pendenza penale. Perché mai hai questo timore?

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