la memoria è un ponte verso la libertà

60 anni e 36 giorni

Un po’ per caso mi ritrovo sulla scalinata della piazza di un piccolo borgo abruzzese al concerto di Alberto Bertoli, figlio di Pierangelo. Inframmezza pochi brani suoi al grande repertorio di suo padre. Un concerto genuino, senza troppe infrastrutture invasive che certamente mi avrebbero, oggi, fatto sentire fuori luogo.

È bravo Alberto. Trasmette un impegno umano e politico puro, creando un climax che riprende l’espressività paterna.

Il primo concerto dopo di te, dopo tanti condivisi. Fra montagne, musiche e parole ti sento con me. Giorno dopo giorno sto sperimentando questa nuova dimensione del nostro amore. Mi manca terribilmente il tuo corpo; l’intreccio delle nostre mani talmente forte e lungo da confondere quali fossero le mie e le tue dita. La tua bocca da baciare; le tue braccia da carezzare; le tue gambe accavallate alle mie. La tua voce, persa e mai ritrovata; i peli bianchi fra le sopraccia – appena ne scorgevi uno, volevi assolutamente lo togliessi con la pinzetta. Mi manca il tuo braccio forte e sicuro che mi abbraccia.

Il nostro corpo non è altro che l’involucro materiale con cui appariamo e l’amore va ben oltre: è unione di anime ed emozioni. Ed io sto sperimentando un nostro nuovo linguaggio. Il mio corpo non lo sento più solo mio. È il contenitore della mia e tua anima che utilizziamo per raccogliere emozioni e proseguire a camminare in questo mondo.

Stasera con questi occhi siamo giunti fino qui. Il nostro cuore danza fra pulsazioni e aritmie al ritmo di note abbracciate da monti e stelle. E tu non avverti più neppure il peso delle gambe.

Oggi il calendario conta 60 anni dalla mia nascita e 36 giorni dall’abbandono del tuo corpo. Non eravamo soliti a feste, senonché celebrare le ricorrenze concedendoci una cena a due in qualche locale. Sapevamo che in questo giorno non sarebbe stato possibile: tu avresti dovuto alimentarti ancora con cibi frullati. Ma poco ci importava, l’essenziale era essere io e te, la cena poteva essere rimandata al tempo giusto e forse avremmo optato per una semplice coppetta di gelato. E ci saremmo presi cura di quel tuo corpo che tanto ho amato.

Stasera, tu ci sei, tanto quanto ci sono io. Eppure… darei tutti i miei anni futuri per una sola notte da poter dormire con la testa appoggiata sul tuo cuore, ascoltando il tuo respiro, intrecciando i peli del tuo petto fra le mie dita!

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