la memoria è un ponte verso la libertà

Gestazione

Il lutto è uno stadio profondo. È mangiare una fragola e sentirsi in colpa, per non averti saputo trattenere, aver perduto la partita con l’oblio. È rifiuto del respiro, espiazione per aver mancato la presa.
L’anima non può che aver nostalgia del suo corpo, dei suoi occhi che perdono i colori, dell’impronta che non segna la terra, della voce che non riempie il silenzio.

Nove mesi. Nove mesi sono il tempo della gestazione, il tempo per generare una vita che cresce dentro te e poi doni al mondo. Il tempo per darle il tuo sangue, i tuoi anticorpi, le tue cellule; il tempo per nutrirla di te stessa. È qualcosa che conosco: ho generato tre figli.

Nove mesi. Nove mesi nei quali dalla tua assenza ho generato presenza. Alla tua anima ho dato il mio pianto, voce, sangue, respiro. Per gli anticorpi, come sai, scarseggio. Le ferite sono piaghe che non rimarginano. Sono gravida della tua essenza ma l’ossitocina, questa volta, non svolgerà il suo ruolo di espulsione. Tu sei ancorato alle mie membra; la tua anima, trapiantata in me, colma il vuoto lasciato dalla mia malata.

Non puoi vedere, toccare e abbracciare il tuo Io interiore.



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