la memoria è un ponte verso la libertà

Aerosol

Ciao Fiore, ho ripreso con gli aerosol. Iacono mi ha detto di farne almeno tre al giorno, ma arrivare anche a cinque, che intanto a me fanno effetto solo quelli. Sono andata lunedì. E non potendo più parlare con te, abbiamo parlato di te. Gli ho detto che quest’anno non ci sarà bisogno dell’antinfluenzale anche per te e lui: – E non ci sarà nemmeno più la bottiglia di vino! Me le ha fatte provare quasi tutte.

Mi piace parlare di te con chi ti ha conosciuto. Tutti ne parlano con grande affetto, ricordando la tua gentilezza.

Ora mi preparo da sola la miscela delle soluzioni per l’aerosol… e me lo porto in camera come facevi tu. Nella mia vita sei stata l’uncia persona a prenderti così tanto cura di me. Nemmeno i miei genitori lo avevano mai fatto in questo modo. Io non ti chiedevo nulla… eri tu a farlo di tuo.

Sì, certo, anch’io mi sono sempre presa cura di te… ma chi prima di te non ha mai ricambiato.

Sto iniziando a sentire l’esigenza del silenzio… perché è proprio nel silenzio che sento più forte la tua voce. E inizio anche a vederti, sai? Ti vedo seduto al tavolo accanto a me mentre ceniamo, ti vedo accanto a me nel letto, ti vedo sul sedile di fianco dell’auto e sento che mi dici: – Ora guidi sempre tu, vedi…

Proseguo a vivere con te, Fiore. E tu sei presente come prima. Abbiamo dovuto cambiare modo di comunicare. Lo dicevamo che avremmo imparato a comunicare diversamente in quei giorni che avevi la tracheotomia e non potevi parlare… certo né io né te pensavamo in questo modo. Ma… il futuro non è mai come te lo sarestu aspettato.

Ogni volta che ti parlo sento la tua risposta, le lacrime sono la tua risposta. È il tuo modo di farti sentire… perché lo so che anche tu vorresti essere qui e stai soffrendo con me…
E la sento la tua mano sul mio viso, certo devo utilizzare il mio corpo oggi – che è diventato anche il tuo corpo – ma io sento proprio il calore e l’impronta della tua mano, non della mia. E la notte quando spengo la luce sento che mi abbracci.

Diranno che sto andando fuori di testa, ma invece nella mia mente non è mai stato tutto così lucido come oggi. Quando ho perso mia mamma e mio padre, tu sai bene come ho sofferto. Ma è un’altra cosa. Perdere il tuo uomo è un’altra cosa. Non è “lui” a mancarti… ti manchi tu stessa. Perché un cuore che si ferma non ti divide da lui.

E proseguiamo a vivere insieme, metà di me è con te dall’altra parte, e metà di te è qui da questa parte. Tu sarai morto solo quando anche il mio cuore si fermerà… o forse vivremo entrambi in una dimensione che io ancora non so conoscere.

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.