la memoria è un ponte verso la libertà

Resurrezione

Il cancello è aperto, il cortile è semivuoto; in fondo sulla destra una decina di gradini portano ad un piccolo terrazino. Il portone all’interno ha il maniglione antipanico e i vetri sono oscurati; sono le 14:00, l’orario d’apertura che mi hanno comunicato è dalle 13:00 alle 17:00. Ci fermiamo nel lungo corridoio, subito superata la soglia. Insieme a me, mamma e babbo e i miei tre figli.
Ti intravedo, sei nel primo stanzone, al primo posto, davanti a tutti. Mi dirigo verso di te. Mamma s’accorge e mi segue al fianco. Tu sei disteso, immobile, pallido. Mentre m’avvicino la tua testa s’inclina a sinistra. Ci guardiamo con mamma e subito pensiamo agli spasmi dei corpi post-morte. I movimenti però aumentano, è tutto il tuo corpo a girarsi di lato. Mamma si volta indietro impressionata, a seguito babbo che s’avvicina. Io accelero il passo e Sean, Helen e Nancy mi raggiungono. Siamo qui, intorno alla lettiga dove riposa il tuo corpo. I movimenti del tuo corpo non s’arrestano ed io accarezzo la tua testa. Ad un tratto ti siedi sul letto e apri gli occhi. Ci guardiamo tutti esterefatti, ammutoliti. Mi sposto alle tue spalle per tentare di coprirti la visuale del resto della sala dove sono disposti altri cadaveri. I miei figli intuiscono il mio intento e si dispongono a mezz’arco a paravento. Non voglio che tu riconosca che ci troviamo in una camera ardente. Le uniche parole che mi fuoriescono sono: – Come stai? – mentre cerco di sostenerti per un braccio. – Bene, sto bene. Non ti devi preoccupare – mi rispondi.
Poi ti alzi in piedi e vai verso i miei zii, Giovanni e Nina, che intanto ci hanno raggiunto e gli porgi la mano per salutarli.
Io guardo mamma e babbo, non riusciamo a dirci nulla, ma penso: – Se non è resurrezione, questa… – Babbo con la testa annuisce, ha percepito il mio pensiero.
Mi sveglio. Non è ancora giorno. La luce della sveglia riflette sul soffitto 05:27.

Mio zio Giovanni è morto nel 2005, tu non lo hai conosciuto. Mia mamma ci ha lasciato nel 2008 e mio papà nel 2019. Mia zia Nina l’hai conosciuta al funerale di mamma. Insieme abbiamo poi accompagnato babbo al suo funerale. Lui se ne è andato nel 2019. Gli unici ad essere in vita siamo io e i miei figli. Cosa volevi comunicarmi?

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