la memoria è un ponte verso la libertà

Mela

Ho sempre cercato di essere razionale, nonostante tutto. Questo mi è stato insegnato fin da bambina. I sogni ad occhi aperti, la fantasia… tutto molto bello, ma va incanalato, restando con i piedi per terra. Questo significa diventare adulti. E così, pur lasciando liberi di volare i miei pensieri, mi sono sempre attenuta al raziocinio.

La musica, le canzoni, la letteratura, la fotografia ed ogni forma d’arte, persino la storia e certamente la religione, sono sempre stati, però, cari compagni di viaggio dei sogni.

Invecchiando dovresti diventare più saggia… e invece no. Ma d’altronde cos’è la saggezza? Il sogno o ciò che abitualmente chiamiamo realtà? Forse è vero che invecchiando si ritorna bambini. Forse nasciamo assolutamente saggi e poi i giorni pongono limiti e ci conducono alla razionalità.

E così, a tratti, accadono fatti che di logico non hanno proprio nulla.

Eri tu, amore mio, a prepararmi ad ogni fine pasto il piattino di frutta. Mischiavi vari tipi: mezza pera, tre quarti di banana… oppure pesche, albicocche, susine, a seconda della stagione. Mi hai sempre dimostrato il tuo amore anche con questi piccoli quotidiani gesti. Ciò che restava lo mangiavi tu. Amavi molto le mele, io meno. Non è che non mi piacessero, ma la mela l’ho sempre trovata un frutto poco gustoso.

Non so come sia possibile, sono trascorsi nemmeno quattro mesi da quel 9 luglio… e la mela è diventato il frutto che amo di più. Non è perché mi ricorda te. La trovo davvero molto gustosa.
Così come – certamente tu sorriderai se puoi avvertirlo – amo i fagioli. Ti deridevo per la frequenza con cui li mangiavi, almeno due volte a settimana. A me non erano mai piaciuti. Addirittura dal minestrone li toglievo e mettevo nel tuo piatto. Ora li cucino.

Parlano di fisica quantistica, dicono che l’anima è trattenuta in microtubuli che alla morte viene liberata diventando energia nell’universo. Io non so a cosa credere. Ma fosse così, penso che la tua anima sia entrata nei microtubuli del mio corpo. Forse c’era spazio, forse parte della mia si è liberata nell’universo insieme alla tua e nel mio corpo si è fatto spazio a parte della tua. Non c’è alcun raziocinio in tutto ciò, non segue alcuna logica… senonché il fatto che avverto che dentro questo corpo siamo in due: io e te.

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