la memoria è un ponte verso la libertà

Una vita insieme

Il mio primo amore si chiamava Marco. Ci conoscevamo fin dalla più tenera età. Le rispettive case, dove con le nostre famiglie trascorrevamo tutte le estati, si affacciavano sullo stesso cortile. Frequentavo casa sua pressoché quotidianamente: sua mamma mi affidava le sorelle minori quando era occupata o doveva uscire. A me piaceva occuparmi dei bambini più piccoli ed ero ritenuta affidabile e simpatica, cosicché ho maturato una certa esperienza fin da giovanissima. Spesso facevo da babysitter volontaria per sorelline e fratellini di miei amici o compagne di scuola.
Avevo 11 anni, Marco due anni in più. Fra di noi, a quell’età, più che un vero innamoramento, si trattò delle prime esperienze di curiosità e attrazione reciproca. 
Un anno dopo i miei genitori lasciarono quella casa in campagna e non ci vedemmo più. Lo reincontrai tanti anni e vita dopo. Un giorno entrò nel mio studio grafico come cliente. Io non sono mai stata fisionomista e non lo avrei mai riconosciuto. Fu lui a “ricordare”. PaolaElena, le sue due sorelle erano sposate e mamme. Lui aveva uno studio da geometra, a pochi passi da me. Aveva visto l’insegna col mio nome. Capitò nel mio studio per qualche lavoro ancora tre o quattro volte, poi non lo vidi più… probabilmente aveva trasferito il suo studio altrove.

Due anni dopo, a 13 anni, la mia prima vera cotta. Lui si chiamava Enzo ed aveva 15 anni. Durò un anno, ci vedevamo pressoché ogni giorno in quanto avevamo la stessa cerchia di amici  Poi incontrai Bruno. Fra di noi 9 anni di differenza d’età. Fu un amore intenso da entrambe le parti, tanto forte quanto senza alcun futuro reale. Combattuto da tutti. Non ci importava. Non ci domandavamo nulla. Lui si spostava spesso per lavoro ma entrambi inventavamo qualsiasi stratagemma per raggiungerci. Nonostante la differenza d’età ero io a guidare il gioco: ogni sera mi domandava se l’indomani ci sarei stata ed io non davo mai risposte certe, mi piaceva salutarlo lasciandogli questo dubbio. Quando mi rivedeva lo viveva come un miracolo. Durò otto mesi. Poi un giorno ricevetti la notizia che era morto in un incidente d’auto: fu Enzo a darmi la notizia. Non ho mai saputo se fu un gesto d’affetto nei miei confronti o una rivalsa. Per me fu un colpo tremendo.

A “consolarmi” fu colui che qualche anno dopo avrei sposato, ahimé. Ci conoscevamo già da alcuni mesi, eravamo stati compagni di scuola e poco prima della morte di Bruno avevamo ripreso a vederci. Con lui durò ventisette anni. Ci siamo sposati il primo giorno che la legge me lo consentiva: a 18 anni e 15 giorni per le pubblicazioni. Al matrimonio i familiari più stretti, una ventina di invitati. Armando ha quattro anni più di me. Abbiamo generato e cresciuto 3 figli. Per questo non lo rinnegherò mai.
La vita ci cambia… e dopo 24 anni di matrimonio ho chiesto la separazione. Oggi so che quel matrimonio fu una fuga da una situazione in famiglia per me difficile. Idealizzai quel rapporto come realizzazione di quelli che erano sempre stati i miei sogni. E quando idealizzi vivi in una trappola emotiva che cancella la realtà. Mi guardai indietro e non riuscii a riconoscere nemmeno un momento della nostra storia in cui fossimo stati davvero in due. Per un po’ di anni io avevo vissuto con la mia immagine d’amore a cui avevo voluto sovrapporre la sua immagine… ormai da anni sapevo che non gli era mai somigliata. Per una serie di motivi personali chiesi il divorzio solo molti anni dopo e mi ci vollero tre anni per ottenerlo. A fine marzo 2023 ottenni lo stato libero.

A 42 anni ho conosciuto l’uomo che è il mio attuale compagno, Fiore. Il nostro rapporto è iniziato ad un’età in cui da un amore non puoi più aspettarti il progetto di una vita: inevitabilmente alle spalle, rispettivamente, un importante passato differente. Le nostre strade si sono incrociate e da tanti anni, giorno dopo giorno, scegliamo di proseguirle insieme. Un amore maturo che non crede alla perfezione ma all’importanza dell’esserci reciprocamente. Con lui ho vissuto momenti importanti, alcuni molto belli ed altri difficili: problemi di salute, la perdita dei miei genitori, insieme abbiamo accompagnato i nostri rispettivi figli a formarsi una famiglia e siamo diventati nonni. Con lui ho imparato a vivere il presente, l’attimo. Con lui ho imparato a guardare il mare al tramonto. Con lui siamo stati davvero NOI. Dovevamo sposarci il 7 ottobre del 2023. Il 9 luglio, invece, dopo un’importante operazione dalla quale si stava riprendendo nel migliore dei modi, è morto per un batterio che in poche ore si è trasformato in setticemia. Resterà per sempre il mio uomo, l’unico che ho avuto davvero.

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