la memoria è un ponte verso la libertà

Ovunque proteggi

I vecchi già lo sanno il perché
e anche gli alberghi tristi
che il troppo è per poco e non basta ancora
ed è una volta sola.
E ancora proteggi la grazia del mio cuore
adesso e per quando tornerà l’incanto
l’incanto di te
di te vicino a me.

La notte scorsa mi hai fatto ascoltare “Ovunque proteggi” di Vinicio Capossella.
E ti ho visto, seduto al tavolto mentre ne parlavi ed io in piedi alle tue spalle ad abbracciarti. Ho sentito il tuo petto sotto le mie mani e ho appoggiato le mie labbra sulla tua guancia. Ed ho sentito il profumo del tuo dopobarba.

Esiste una dimensione dove la morte non è vera, incredibile per poterla raccontare; dove il tuo corpo non è sotto quella terra ma qui accanto a me. Io ci entro, ti incontro e riparto da quella dimensione.

Forse è pazzia, forse è solitudine, forse è sogno. Chi può dire che non sia questa, che chiamiamo realtà, ad essere solo fantasia, un sonno da cui ci risveglieremo?

E con la tua voce mi hai accompagnato nel sonno.

Oggi so che ogni giorno registravi, in aticipo sui tempi, perché io potessi ascoltarti dopo.

Il tempo per partire
il tempo di restare
il tempo di lasciare
il tempo di abbracciare.
In ricchezza e in fortuna
in pena e in povertà
nella gioia e nel clamore
nel lutto e nel dolore
nel freddo e nel sole
nel sonno e nell’amore.
Ovunque proteggi la grazia del mio cuore
ovunque proteggi la grazia del tuo cuore.

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