la memoria è un ponte verso la libertà

Foglio dopo foglio

Torno, ritorno, sono ancora qui. Corro in questo immenso spazio vuoto. Un girotondo, un labirinto, fra tutte le stanze collegate da due balconi così lunghi per i miei occhi di bimba.

Ho svuotato queste stanze foglio dopo foglio, mobile dopo mobile.

Tutte le porte aperte ed io corro… mentre dall’altra parte dell’appartamento vi sento organizzare la disposizione dell’arredamento, i colori per la tappezzeria. Tu scegli fiori per ogni dove.
Ci sarà uno spazio tutto mio, solo mio. Da questa parete di luce sognerò il futuro là fuori. La scrivania qui difronte; scriverò i miei ricordi di domani.

Corro… Sarà questa la mia camera, mamma? ~ Non sono vostre le voci…

Le ho svuotate foglio dopo foglio queste stanze.

Quando sono arrivata ho suonato il campanello. Ancora una volta. Per ascoltarne il suono. È cambiato da quando hanno installato il videocitofono: ha un timbro più armonioso.
Lo preferivo stonato come prima.

Chi è?Sì?… ~ Vi ho sentito rispondere.
Sono io… ~ Sono io mamma, sono io babbo.

La porta era socchiusa e sono entrata… Sento le vostre voci dal fondo dell’appartamento, cariche di entusiasmo, progettare.

Corro per il corridoio… Sono io mamma, sono io babbo

Non sono vostre le voci…
Sono i nuovi proprietari. Organizzano la disposizione dell’arredamento.

Ho svuotato queste stanze foglio dopo foglio, mobile dopo mobile… due anni.

Io vado, io vado mamma, io vado babbo…

Esco. Ho chiuso quella porta per l’ultima volta.
Voi non andate via. Restate, non andate via.
Io passerò per la strada qui davanti ogni giorno, alzerò lo sguardo… e vi vedrò sempre su quel balcone, sbracciarvi per salutarmi, mamma e babbo.

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