la memoria è un ponte verso la libertà

Solo un abbraccio

È la quarta domenica senza di te. Ventidue giorni. Ventidue giorni che le mie giornate trascorrono a piangere.

Oggi ho innaffiato il tuo orto. Ho pulito qualcosa in casa. Odio questa casa che prima amavo. Non vorrei più vederla. E non ho nemmeno l’energia per svuotarla. È un cimitero, un sepolcro.

Di quanti oggetti stupidi ci attorniamo nella vita! Quando l’unica cosa che ci serve davvero è un abbraccio. Io e te questo lo avevamo capito. E non ci è importato nulla degli oggetti che ci hanno portato via. Ma ora, che ci hanno rubato anche l’abbraccio, nulla ha più significato.

Dove sei? Puoi sentirmi almeno tu? Sei solo anche tu?

In ventidue giorni sono invecchiata di almeno ventidue anni. Le mie gambe non mi reggono più. La mia testa perde colpi. Ieri ho dimenticato il fornello acceso e mi sono ricordata che anche tu lo avevi dimenticato ultimamente un paio di volte. Quando te l’ho fatto notare hai ripetuto la frase che dicevi sempre: – Con gli anni sono sempre più i momenti bui di quelli lucidi.
Sapesti di quanti momenti bui sono pieni i miei giorni e le mie notti!

Tutti mi dicono che passerà, che migliorerà, che non sarà sempre così… ma non capiscono che invece ogni giorno è peggio, ogni giorno che passa la tua mancanza è sempre più forte e fa sempre più male. Ed io sono stanca, tremendamente stanca e debole.

Amore mio.

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