la memoria è un ponte verso la libertà

La tua tuta nera

Sei tornato nel sogno. Sarà perché ieri mia figlia mi ha raccontato di averti sognato ed io mi sono addormentata chiedendoti: – Perché non vieni da me in sogno?
Sarà perché ieri è stata una giornata molto triste ed io ti ho detto: – Mandami un segno.

Sono a letto, in stanza con me i miei figli, anche loro coricati. Mi sveglio nella notte sentendoli parlare. Ho ancora molto sonno e fatico ad aprire gli occhi. Ti vedo. Sei in piedi al centro della stanza e chiacchieri con loro. Hai la tua tuta nera, sei particolarmente in forma e sembri ringiovanito. Stai piegando una camicia azzurra.
Sono consapevole sia solo una mia visione.
– Fiore, Fiore… – provo a toccarti e la mia mano trapassa la tua figura. I miei figli non sentono ciò che dico, non vedono i miei movimenti… e nemmeno tu. Non riesco a farmi sentire.
Piango e rido mentre affondo la faccia nel cuscino e ripeto: – È tornato, è tornato per me. Il mio uomo è tornato.
Sento qualcuno camminare nella stanza, si avvicina al mio letto. Penso sia Sean.
Cerca di soffoccarmi con un cuscino e mentre lotto per liberarmi lo intravedo: è un uomo che non conosco.
So che sto solo sognando.
– Maria, Maria… svegliati. Ti stavi lamentando nel sonno. – Sei tu che mi chiami e avverto il tuo tocco sulla spalla.

Resto paralizzata nel letto per qualche minuto, riesco a muovere solo gli occhi.
A fatica mi alzo e vado in bagno. Insicura di quale sia il sogno e quale la veglia. Ti cerco per le stanze… casomai…

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