la memoria è un ponte verso la libertà

Com’è bello il mondo da lassù

Ho vissuto questo momento un numero infinito di volte, da quando ero bambina. Ho ereditato da te, papà, l’incontrollabile vivere e rivivere in anticipo i passi che fanno più paura, ché non ti colgano impreparata. Ché nulla sfugga al controllo, perlopiù le emozioni che ti rubano il fiato, quando sono troppo per il tuo respiro.
Lo hai fatto anche in questi ultimi tre anni, sempre vigile ad una memoria che ti cancellava i ricordi, sfidandoti ad una prova che hai superato con altissima dignità. Lo hai fatto anche in questi ultimi quattro giorni, preparandoti all’ultimo sospiro.
Quel 19 febbraio 2008, quando mamma ci ha lasciato, è iniziato per mano questo nostro viaggio. In questi undici anni e due mesi, il nostro rapporto ha svelato una fisionomia che non conoscevamo. Ci siamo detti tutto ciò che non pensavamo di poterci dire: rabbie, paure, sogni, obiettivi raggiunti, delusioni. Abbattuto quel muro di silenzio che aveva sempre custodito il nostro esserci.
Ricordo il quaderno su cui ti scrivevo da bambina le parole che non avevo il coraggio di dirti. Tu leggevi e, per scritto, rispondevi.

È stato un viaggio sempre per mano, io e te, ogni giorno, abbiamo rigiocato ogni partita della vita.
Un giorno, in cui la tua mente ti rubava ogni logica, mi hai chiesto se io ero con te quando da bambino eri sfollato ad Almese per la guerra.
A nulla è servito condurti nella scansione temporale degli eventi per dimostrarti che non potevo esserci. Mi hai seguito nel ragionamento e alla fine, guardandomi negli occhi, mi hai ripetuto: Tu c’eri.
Ho capito in quel momento che avevi superato ogni logica, il limite di ogni logica. Mancavano molti anni alla mia nascita, tu mi stavi dicendo che in quella stalla io già ero con te.
Da bambina mi prendevi per mano per aiutarmi nelle nostre passeggiate in montagna; arrivati in cima mi dicevi: Guarda come è bello il mondo da quassù!
Ho percorso con te, per mano, quest’ultima salita al cielo. Guarda come è bello, papà, il mondo da lassù!
Le strade di questo quartiere parlano di te; sei stato una colonna portante della nostra parrocchia. Il corridoio centrale lo abbiamo percorso affianco il giorno del mio matrimonio, il giorno del funerale di mamma, poche settimane or sono quando ti ho accompagnato alla funzione del sabato sera, spingendo la tua carrozzina.
Oggi lo percorriamo l’ultima volta.

Ciao papà. Nel coro, a cantare per te, oggi ho visto anche mamma.

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