la memoria è un ponte verso la libertà

Saresti stato quasi orgoglioso di me

Ho ritirato la nuova patente.

Il 23 giugno era prenotata la mia visita pneumologica al San Luigi di Orbassano. Tu avevi spostato una tua visita a San Marino per “esserci”. Poi, invece, hai avuto la tua visita anestesiologica per l’operazione alle Molinette… e quella non potevi spostarla. Stesso orario, solo 15 minuti di differenza. Non potevo annullarla neanch’io, sarei rimasta senza patente proprio quando più mi serviva per venire da te in ospedale.
Avevamo deciso che ti avrei accompagnato all’ospedale molto in anticipo, poi sarei andata fino ad Orbassano per il mio controllo e al ritorno sarei venuta a prenderti. Sean disse che ti avrebbe accompagnato lui.
Era la prima volta che andavo al San Luigi da sola. C’era da percorrere un lungo corridoio per arrivare al reparto. Ogni qualvolta, ti dicevo di aspettarmi nell’atrio, conoscendo la tua fatica nel camminare per lunghi tragitti. Se il tuo cuore pesava suoi tuoi passi, non pesava invece sull’amore che mi hai sempre donato. Sei sempre venuto con me. Eri tu ad attedere dietro una porta in quelle occasioni. Il 23 giugno per la prima volta da sola… ma non ero sola. Per messaggi mi domandavi ogni passo.
Al ritorno sono venuta da te. Non c’era parcheggio e ho tardato a salire.
Quando sei uscito ero nella sala d’attesa:
Sei qui? Non ti hanno chiamato? Quando dovevano darmi le notizie dell’operazione ho detto che avrei voluto ci fosse mia moglie ma non trovava parcheggio. Sono venuti a cercarti e hanno detto che non c’eri.
Sono appena arrivata.
Non importa, ora ti racconto tutto io.

Il 26 giugno mi hanno disdetto la visita per la patente per il giorno successivo… loro errore di prenotazione. Il 29 mi scadeva e il 2 luglio tu saresti stato ricoverato.
Ho smobilitato 3 ASL differenti e sono riuscita ad avere la prenotazione (e il permesso provvisorio di guida). Mi avevano fissato la visita per il 3… giorno in cui tu venivi operato. Ho detto che non mi sarei mai spostata da dietro la porta della sala operatoria quel giorno.
No. Tu devi andare. È troppo importante. Quando hai finito vieni da me. Promettimi che lo farai.
Sono riuscita a spostare la visita al 5 luglio. E il 3 ti ho atteso tutto il giorno dietro la porta.

Oggi alla Posta ho ritirato la patente.

Guarda come ho posteggiato! Saresti stato orgoglioso di me. Quasi… Tu così pignolo nel posteggio: spostavi l’auto se le ruote erano più distanti di 5 cm dal marciapiede o se l’auto non era perfettamente allineata fra le righe che delimitano il parcheggio.
Io ti prendevo in giro, prendevo il metro dal cassetto del cruscotto e misuravo. Tu, da canto tuo, mi chiedevi le chiavi dopo che avevo posteggiato io, per “posteggiare come si deve”.

Mi mancano i nostro sfottò.

Oggi saresti stato quasi orgoglioso di me…

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