la memoria è un ponte verso la libertà

Ripara la mia vita

Fiore, il tostapane non funziona più. La leva non si arresta e così la resistenza non si attiva…

Sei venuto tu… e sei riuscito a farlo funzionare.

Pochi giorni e sei stato ricoverato. Il tostapane è tornato a non funzionare.

Ci vuole nonno, lui ripara sempre tutto.

Quando sono venuta in ospedale te l’ho raccontato. Hai sorriso e mi hai fatto segno che “dopo” quando saresti tornato, avresti provato a ripararlo. Dopo… quante volte hai fatto questo gesto in quei pochi giorni. Dopo avresti rimontato lo specchio, dopo avremmo sbrigato tutte le commissioni, dopo ci saremmo sposati. Dopo, dopo, dopo…

Ci abbiamo provato più volte a far funzionare il tostapane, senza riuscirci.

Questa mattina volevo buttarlo… non so perché ho provato ancora a pigiare quella leva senza convinzione. Si è fermata, subito.

Sei tornato a ripararlo! Durerà pochi giorni o forse uno solo, non importa. Nei gesti più impensabili, tu torni ad inviarmi segnali.

Ed io torno a domandarti: – Fiore, davvero sei qui al mio fianco?

Mio padre ripeteva i versi di una poesia di Henry Scott Holland, teologo e scrittore britannico, così somigliante alla lettera 263 a Sapida del quarto secolo, di Sant’Agostino: La morte non è niente. Non conta. Sono solo scivolato nella stanza accanto… L’ho riportata sulla sua lapide.

Io ti sto cercando in ogni stanza, Fiore.

Dite a nostra nipote che Nonno è tornato a riparare il tostapane.

Fiore, tanti anni fa sei arrivato a riparare la mia vita. Ed ora provaci ancora.

La morte non è niente.
Sono solamente scivolato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.

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