la memoria è un ponte verso la libertà

Monopoli

La candela il mio segnaposto, Roberto la pianta, Sandro il fungo, mamma la papera, nonna la nonnina e babbo il fiasco di vino.

La scatola era quadrata, conservata nell’armadio dei giochi in metallo. Era l’unico gioco in scatola e babbo lo prendeva in alcuni giorni di festa: nel periodo delle vacanze di Natale, qualche sera estiva e alcune domeniche pomeriggio se faceva troppo freddo per uscire. Monopoli.

Stranamente in quel gioco ero piuttosto fortunata. Fortunata nel gioco, sfortunata… forse il mio destino era già segnato. Avrei dovuto capirlo allora… e correggere il tiro.

Avevo sperimentato che i verdi e gli arancioni, finivano per fruttare meglio dei blu. La loro tassa non era male, sopratutto dei verdi, ed avevano 3 postazioni; pertanto le probabilità che gli altri concorrenti finissero sopra, erano più alte dei blu che erano senz’altro i più cari ma avevano solo due posizioni. Anche le stazioni, una per ogni lato, finivano per rendere bene.

Sono poi uscite diverse versioni: Monopolino, la versione europea… e poi le banconate sono diventate euro. Via uno, un altro… e man mano che uscivano nuove versioni, il suo fascino diminuiva.

Oggi il Monopoly (eh si, oggi con la y) è diventato un videogioco su smartphone… da gioco di comunità si è trasformato in solitario. E poi ci chiediamo come mai siamo tutti soli!

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