la memoria è un ponte verso la libertà

Avresti riso di me…

Sai, Fiore, oggi sono stata all’ipermercato Globo… pochi giorni prima della tua operazione eravamo stati per comprare le tue ciabatte per l’ospedale.

Mi è sembrato quasi di vederti, seduto sulle solite poltroncine dove attendevi che io mi occupassi degli acquisti, in quanto faticavi a stare a lungo in piedi. Se erano scarpe o una borsa per me, ti portavo a vedere le mie scelte: tu esaminavi la pelle, le cuciture, la suola, la morbidezza della pelle… con quell’occhio dell’antico artigiano che avevi ereditato da tuo padre – mi raccontavi che lui, fra tanti mestieri, riparava anche le scarpe.

Ti ho detto tante volte che mi sarebbe piaciuto aver potuto conoscere tuo padre… da come me ne parlavi, nonostante tutti i dissapori, era chiaro quanto lo avevi amato e quanto lo stimavi…
Penso che saremmo andati d’accordo io e lui – ti dicevo, e tu rispondevi – Sono certo che gli saresti piaciuta.

Se invece compravamo scarpe per te, andavo per le corsie e ti portavo a misurare varie alternative che pensavo potessero andare bene: morbide, pianta larga che altrimenti in punta ti facevano male… se eri indeciso fra due paia, chiedevi a me di scegliere.

In questi giorni sono talmente stordita che ho sbagliato uscita della tangenziale… pensare che ti ho sempre indicato io la strada… Avresti riso di me, con quella complicità che c’è sempre stata fra noi. Non è mai stato un deridersi ma sorridere insieme dei nostri reciproci sbagli.

Mi sono venute le lacrime agli occhi anche per aver sbagliato strada, senza di te… e ho sentito la tua mano sulla mia spalla: – Non essere triste che fai stare male anche me – ti ho sentito dire come tante volte – No, oggi non avrei riso di te.

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