la memoria è un ponte verso la libertà

La Domenica delle Palme

Una settimana alla Pasqua! Inizia la settimana santa. E fino a giovedì non termina la Quaresima.
Quand’ero bambina, in questo periodo, il venerdì non si mangiava la carne e gli adulti, la sera, rispettavano il digiuno. Non noi bambini. Il venerdì santo, alla sera, partecipavamo alla via crucis.

La Domenica delle Palme, dopo la celebrazione della messa, nel cortile della parrocchia Natività di Maria Vergine, in via Bardonecchia a Torino, distribuivano i rami d’ulivo che erano stati benedetti. Una festa! Noi bambini gareggiavamo a chi si aggiudicava il ramo più lungo oppure più ricco di foglioline.

In questo giorno si celebra l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, accolto dalla folla che sventolava i rami delle palme in segno di festa. Difficili da reperire, furono sostituiti dai rami di ulivo. Simboleggiano la pace e vengono conservati all’interno della propria abitazione.

È stata una tradizione che ho sempre rispettato, anche quando non ho più frequentato la chiesa. Era mio padre a portarmi a casa il ramo d’ulivo ogni anno. Uno di quei taciti segnali fra noi due che non hanno mai avuto bisogno di parole. Non ricordo di avergli mai detto di volerlo… ma è sempre stato un gesto che ho gradito parecchio.
Lo sistemavo appoggiato ad una croce di legno, anch’essa regalata da lui, appesa alla colonna della camera da letto. Se me ne portava più di un ramo, gli altri li mettevo in un vaso sopra il pianoforte nella sala. Lo conservavo per l’intero anno, anche quando si seccava e alcune foglioline iniziavano a cadere. Veniva sostituito l’anno successivo con quello fresco.

Alla Pasqua del 2019, mio padre non c’era più da 4 giorni. Il suo ultimo ramo d’ulivo lo conservai anche per l’anno successivo. Quando tutte le foglie erano cadute, buttandolo, dissi a Fiore: — Non avremo più rami di ulivo in casa!

La Domenica delle Salme del 2023 programmavamo il Pranzo per la Pasqua, in attesa di sapere se ci sarebbero state anche le mie figlie. Fiore non aveva ancora alcun dolore ed eravamo sereni.

E quando sarai sul punto di morire, pianterei un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire — canta Roberto Vecchioni in Sogna ragazzo sogna.

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