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La bilancia

La bilancia ha un’origine antichissima. Le più antoche risalgono addirittura al 5000 a.C. e sono state ritrovate in Egitto. Il suo importante valore simbolico religioso deriva da Anubi, il dio egizio dei morti, il quale decideva l’ingresso dei defunti nell’oltretomba pesando su un piatto la loro anima e sull’altro una piuma.

La sua storia è molto lunga: nel VI secolo a.C. era certamente conosciuta dai Greci, come è provato da diversi passi dell’Iliade e da testimonianze pittoriche. Le bilance più antiche di cui abbiamo notizia sono quelle a bracci uguali, formate da un’asta libera di oscillare con due piatti appesi alle estremità.

I Babilonesi introducono un’importante innovazione: invece di confrontare il peso di due oggetti, ogni oggetto viene confrontato con una serie di pietre finemente foggiate e levigate.

Nel mondo romano era diffuso anche un’altra tipologia di bilancia, la stadera, costituita da un braccio con un peso scorrevole e avente all’estremità un piatto su cui si poneva il corpo da pesare. Secondo alcune fonti storiche, la stadera è stata inventata in Campania: un’invenzione tipicamente italiana. Ebbe molta fortuna nei mercati in quanto era uno strumento facilmente trasportabile.

La bilancia viene utilizzata per pesare i metalli preziosi e diventa uno strumento chiave nei rapporti commerciali. Successivamente entra nei laboratori scientifici, necessitando di una maggiore precisione di misurazione.

Mentre le bilance commerciali rimasero per secoli uniformi nel modello e nella tecnica costruttiva, quelle chimiche subirono una grande evoluzione, soprattutto per quel che riguarda la rigidità del braccio e la precisione dei sistemi di sospensione. Grazie a questo strumento Lavoisier nel Settecento dimostrò che durante le reazioni chimiche la massa si conserva, ovvero la materia non si crea né si distrugge.

Nel XVIII secolo la bilancia nascono le prime bilance da farmacia e le bilancine da tasca pesa-oro. Seguono le bilance pesa-lettere, per stabilire le tasse postali a seconda del peso della busta.

Negli annni ’60 del Novecento, nei vari negozi e al mercato venivano utilizzate bilance con due piatti: su un piatto venivano messi dei pesi in piombo di misurazioni differenti: chilo, etto… che per misurare venivano aggiunti o tolti, sull’altro piatto veniva posizionata la merce.
Erano già anche diffuse alcune bilance ad un piatto solo con misurazione ad ago; le stesse necessitavano di frequenti tarature manuali.
Non era insolito utilizzare ancora la stadera.

STADERA
BILANCIA CON PESI
BILANCIA PIATTO UNICO

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